Sei spinto dal Toro del desiderio?

Sei spinto dal Toro del desiderio?

Uno dei miei psicanalisti cinematografici preferiti, Hannibal Lecter nel Silenzio degli Innocenti, spiegando perché gli esseri umani abbandonano l’inattività per agire, dice: “l’uomo desidera…”.

Soprattutto quando siamo dominati dal corpo emotivo, noi esseri umani agiamo dominati dal potere del desiderio. Siamo motivati dal raggiungimento di mete che ci renderanno felici, soddisfatti, gratificati, realizzati (o almeno così crediamo).
Questo è particolarmente vero se siamo influenzati dal segno del Toro.
Avete mai osservato la fondamentale pigrizia di questi animali?
Sono fondamentalmente inerti, apparentemente disinteressati, fin quando qualcuno gli agita una muleta davanti agli occhi…
Allora paiono improvvisamente ridestarsi e caricano in quella direzione, in modo rozzo ma inarrestabile.
Per analogia, lo stesso accade spesso ai nati in questo segno: la muleta del desiderio o dell’aspirazione verso una meta per loro importante li distoglie dalla loro routine quotidiana e li sospinge all’azione.

Il Toro materialista potrà essere sospinto verso mete che hanno a che fare col sesso, col cibo, il denaro o il potere.
Quello intellettuale verso la conoscenza, il sapere.
Quello con tendenze spirituali, alla ricerca di qualche forma di illuminazione (non dimentichiamo che, secondo la leggenda, il Buddha si sarebbe illuminato sotto il segno del Toro).

Se senti qualche tendenza taurina dentro di te, ti chiedo di rivolgerti la domanda: Come posso usare l’energia del desiderio, senza esserne dominato?

Alcune risposte possono giungerti, ancora una volta, dalle fatiche di Ercole:

In questa fatica, egli si trovò ad affrontare un toro molto letterale, quello che si aggirava all’interno del labirinto di proprietà del re Minosse.
Mentre s’inoltrava nei tunnel poco illuminati di quell’inquietante costruzione, il nostro eroe si attendeva di sentire muggiti e forti rumori prodotti da un animale in perenne agitazione.
Fu invece sorpreso nel trovarsi di fronte a un toro apparentemente mansueto.
Quel pigro ruminante restava placidamente a brucare l’erba e a sonnecchiare tranquillamente, rendendo Ercole eccessivamente fiducioso in un facile successo.
Ma quando l’eroe greco si avvicinava ed entrava nella zona di confort dell’animale, esso lo caricava come se Ercole avesse un bersaglio sul petto, rendendogli impossibile la cattura.
Il nostro eroe era allora costretto a scartare a destra o a sinistra per salvarsi e a retrocedere a distanza di sicurezza.
Comprese allora che quel toro raffigurava il desiderio, che si aggira indisturbato nell’arena del piano emotivo.
“Uccidi il desiderio”, sentì nella sua testa il nostro eroe.
Ma come?
Non attraverso la sazietà. Il toro del desiderio è sazio solo temporaneamente. La sua fame di oggetti, di sensualità, di ricchezza, dei piaceri che la vita può offrire, si risveglia invariabilmente anche dopo i pasti più abbondanti, ed egli riparte alla carica verso ciò che attrae la sua attenzione in quel momento.
Non attraverso la repressione. Tutto ciò che reprimiamo torna in seguito a tormentarci, prima nei nostri sogni, poi nel piano fisico, appena allentiamo la presa della nostra mente conscia.
Non è così che possiamo addomesticare il toro del desiderio.
Cosa fece allora Ercole?
Lo sfinimento lo condusse a disinteressarsi al toro e in seguito ad avvicinarsi a lui lateralmente, in modo da non eccitare la sua visione a tunnel.
Allora, accarezzandolo dolcemente, gli mise un morbido collare e iniziò ad accompagnarlo verso l’uscita del labirinto.
Il toro, che ormai era un po’ stufo di mangiare sempre la stessa erba e vedere continuamente lo stesso panorama, chiuso e monotono, si lasciò condurre docilmente all’aperto, alla luce del sole.
Venne così consegnato da Ercole al popolo dei ciclopi, esseri con un occhio solo, che lo accudirono, rendendolo utile alla comunità.

Ripensando a lungo alla sua impresa, Ercole comprese che il desiderio può essere ucciso solo grazie alla mancanza di interesse.
Quando tutti noi abbiamo smesso di giocare con le automobiline o con le bambole?
Nel momento in cui, sviluppandoci, abbiamo trasceso quei desideri infantili, scoprendo in noi una fame più pressante per qualcos’altro
(per esempio l’interesse per il sesso opposto).
Quando non avremo più fame di cose materiali?
Nel momento in cui, evolvendo, il nostro focus interiore si dirigerà, spontaneamente e naturalmente, alle cose dello spirito.
Allora, e solo allora, il desiderio inferiore tenderà a morire di fame per mancanza di quell’attenzione interiore di cui si nutre costantemente e che siamo soliti dargli in continuazione.
Il soddisfacimento accondiscendente del desiderio e la sua repressione non sono altro che le due facce dell’attenzione che gli rivolgiamo.
Andiamo avanti nel nostro percorso evolutivo, doniamo sempre più la nostra attenzione e la nostra energia al servizio di gruppo e gradualmente trascenderemo la fase del desiderio compulsivo nella nostra vita, come abbiamo trasceso tanti altri stadi infantili.

Prestiamo anche attenzione a un dettaglio rivelatore: il toro fu affidato ai ciclopi da un solo occhio. Il desiderio può essere dominato dal ricercatore solo se il suo occhio è singolo, se è interamente focalizzato nella luce dell’anima. Solo allora la lotta imperterrita per procurarsi gli oggetti cui anela si trasforma in aspirazione alla luce. Solo allora il Toro, da simbolo del desiderio di cose materiali si trasforma, prima in segno di aspirazione per le cose dello spirito e infine si trasfigura un segno di illuminazione per sé e per chi lo circonda.
Sei del segno del Toro o, in questo momento, ti senti dominare da desideri che ti trascinano in tante direzioni?
Allora fai una breve riflessione focalizzandoti nell’energia del segno opposto a quello del Toro: lo Scorpione.
Egli, alchimista interiore, ti chiederà di riflettere sul perché fai le cose:
Che emozioni ti muovono? Ciò che insegui ti darà dei reali benefici? O è compensativo di un bisogno più profondo, che faresti bene a individuare e soddisfare?

Non lasciarti guidare solo dal desiderio, ma anche dalla ragione e dall’intuizione dell’anima.
Come?
Lo vedremo in altri articoli sulle energie zodiacali.
A presto

Francesco

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