Hai mai notato che noi esseri umani, molto spesso, abbiamo bisogno di sperimentare prima i modi sbagliati di fare qualcosa, per poi vivere quelli giusti?
Accade con l’utilizzo di un elettrodomestico (Ah, quei maledetti manuali di istruzione che non leggo mai…).
Succede anche per le invenzioni scientifiche.
Edison, dopo l’ennesimo esperimento, sbottò: “Io non ho fallito. Ho trovato i novantanove modi in cui non si costruisce una lampadina”.
Capita, ahimè, persino con le relazioni umane.
Spesso ci rivolgiamo ai nostri simili nel modo sbagliato e ce ne accorgiamo grazie alla reazione negativa dell’altra persona.
Questo ci conduce, dopo una serie di feedback più o meno lunga, a trovare un modo migliore per relazionarci con i nostri simili.
È particolarmente vero nei rapporti con l’altra metà del cielo: quegli esseri venuti da un altro pianeta che sono le persone appartenenti al sesso opposto al nostro.
Se, infatti, con quelle del nostro sesso condividiamo una sensibilità simile, analoghe fissazioni, interessi non troppo differenti, le persone del sesso complementare ci risultano a volte aliene.
Donne e uomini partono, generalmente, da due estremi: la comunicazione passiva e quella aggressiva.
Qualche esempio?
Hai mai avuto a che fare con una donna che esibisce platealmente un’espressione triste (o imbronciata o contrariata) e davanti a un tuo incauto interessamento, risponde: “Niente”?
Ecco un perfetto esempio di comunicazione passiva che nasconde un’aggressività latente (anche gli uomini ne sono capaci: hai presente i loro musi quando si chiudono nel guscio?).
Quel Niente non significa niente.
Vuol comunicare qualcosa come:
- C’è qualcosa che non va… e la colpa è tua.
- Siccome la colpa è tua, sta a te capire cos’hai fatto di male.
- Dato che sei colpevole, devi trovare il modo giusto di porre rimedio, nei tempi opportuni (cioè il più presto possibile).Sconsiglio questo tipo di comunicazione, non perché poco amorevole o colpevolizzante, ma perché poco funzionale: irrita l’altra persona e la rende incerta. La mette inutilmente sulle difensive.
Apparentemente opposta è quella scopertamente aggressiva, del tipo:
Uomo che torna a casa, irritato dal lavoro: “Che c’è per cena? Come, non è ancora pronto? Cosa, ancora spaghetti? Lo sai che non li sopporto!”.
(Nell’esempio trovi un uomo, ma sono certo che conosci diverse donne con atteggiamenti altrettanto aggressivi).
Perché scrivo “apparentemente opposta”?
Perché entrambi gli atteggiamenti appartengono alla stessa frequenza energetica: esprimono rabbia, frustrazione, risentimento e, più in profondità, paura.
Vittima e carnefice, passività e aggressività, sono le facce complementari di una stessa moneta.
La persona, uomo o donna, che nutre i rancori in silenzio, proietta sensi di colpa sul partner.
La persona che aggredisce direttamente, proietta la sua rabbia su chi gli è più vicino: nel tentativo di liberarsene, la scarica sul partner.
Entrambi i modi di comunicare nascondono la paura del confronto col partner.
I componenti della coppia sanno che non hanno tutte le ragioni, che anche l’altro ha dei motivi di lamentela che andrebbero ascoltati e presi in considerazione.
Entrambi preferiscono non farlo, per paura dell’impegno che richiede, del giudizio della persona amata, del cambiamento che dovrebbero effettuare una volta che le questioni sono poste sul banco apertamente.
Non è più facile mettere il muso e lasciare la palla in mano alla compagna e scaricare la responsabilità?
Non è più semplice tappare la bocca al compagno con una bella sfuriata, in modo da non affrontare un vero confronto?
Sì, è più facile nell’immediato, ma è terribilmente dannoso a lungo termine.
Ti chiedo di abbandonare questi atteggiamenti non in quanto condannabili, ma perché sono poco efficaci nel comunicare ciò che sentiamo realmente, e pieni di effetti collaterali dannosi per la relazione di coppia (risentimenti, sensi di colpa, mutismo per paura della reazione dell’altro e così via).
Ti chiedo di lasciarli andare perché fanno parte di una comunicazione distruttiva all’interno della coppia.
Ora forse ti chiederai:
Esiste una diversa forma di comunicazione?
C’è un modo differente di vivere la relazione con chi amiamo?
Esiste, e per trovarla ti chiedo di svolgere una piccola visualizzazione interiore.
A occhi chiusi, rilassata, immagina due punti sullo stesso piano, collegati da una linea orizzontale.
Senti che il punto a sinistra rappresenta la comunicazione passiva.
Quello a destra, la comunicazione aggressiva.
Ricorda ora come, nel tuo passato, le hai sperimentate entrambe. Le hai alternate, vivendo pochi e brevi successi, intervallati da lunghi periodi di sofferenza.
Inizi a percepire dentro di te che vuoi vivere qualcosa di diverso e più evoluto. Vuoi vivere una comunicazione più serena e costruttiva.
Senti ora che la tua consapevolezza sta crescendo: si innalza verso un punto che si trova tra i due precedenti, ma molto più in alto.
Senti che ti sei posizionata nel vertice superiore di un triangolo equilatero, alla cui base trovi il segmento con i due punti di partenza.
In questo vertice trovi la comunicazione costruttiva.
In cosa consiste?
Per prima cosa, in un maggior ascolto del tuo punto di vista e di quello del tuo partner.
In altre parole, cosa c’è dietro a quel “niente” che pronunci con voce glaciale? Cosa dietro quell’improvvisa sfuriata con cui fai tremare i muri (e chi ti sta vicino?)
Quali sono le sofferenze specifiche che provi? Ascoltale, entra in contatto con loro, accetta la loro presenza dentro di te.
Dopo, e solo dopo, cerca di sentire cosa prova l’altra persona.
Puoi comprenderlo dalle sue parole e dai suoi silenzi; dal tono della sua voce; dalla frustrazione, dai timori, dalla rabbia che manifesta negli occhi e nei gesti quotidiani; da mille altri atteggiamenti che ormai hai imparato a conoscere.
Poi, invece di proiettare la colpa su di lui (in pensiero, parola o azione), estendi la comprensione amorevole.
Abbraccia col pensiero sia le tue ferite emotive, sia le sue, in una grande sfera luminosa di comprensione.
Non far finta che non esistano, in un falso buonismo in cui tutto è meraviglioso e perfetto.
Ascolta i vostri reciproci disagi di fronte alla specifica situazione in cui vi trovate entrambi.
Poi parla…
Spiega, innanzi tutto, come quella situazione ti fa sentire (non come lui ti fa sentire).
Esponi al tuo partner le tue sensazioni fisiche, i tuoi sentimenti, i tuoi punti di vista, fino a dove senti che lui è disposto ad ascoltare.
Predisponi ti a sentire i suoi punti di vista, che saranno probabilmente opposti e complementari ai tuoi.
Solo dopo sarete pronti entrambi ad ascoltare le possibili soluzioni; anzi, a crearle insieme, in un percorso di crescita di coppia.
Come dici? Tante belle parole? Facile a dirsi, ma non a farsi?
Certo, hai ragione.
Ma cos’hai da perderci nel provare?
Gli altri due tipi di comunicazione hanno prodotto qualche debole risultato, insieme a molti danni emotivi e mentali reciproci.
Continuando ad agire come hai sempre fatto, sei destinata a replicare sempre gli stessi risultati e a vivere le medesime esperienze.
Solo cambiando, nella direzione di una comunicazione costruttiva, puoi modificare il rapporto di coppia.
Non scoraggiarti se le cose non vanno subito come vorresti.
Quando esprimerai le tue emozioni di fronte a situazioni delicate il tuo partner potrebbe sentirsi comunque la causa del problema e, di conseguenza, irritarsi, giustificarsi, difendersi.
Ma lo farà per mancanza di abitudine alla condivisione, per poca confidenza al confronto sereno con te. Magari sente dei sensi di colpa perché si sente causa della tua sofferenza.
Non scoraggiarti e continua pazientemente a usare questo tipo di comunicazione costruttiva.
Hai un alleato potentissimo dalla tua parte: il tempo.
Il tuo rapporto di coppia non si gioca tutto in una singola comunicazione, ma in mesi e anni di relazione.
Hai tutto il tempo di fare pratica, diventando esperta nel comunicare il tuo stato d’animo con il tuo partner senza spargere sale sulle sue ferite emotive e senza provocare reazioni negative da parte sua.
Fai che questo giorno, in cui hai letto queste righe, sia un nuovo inizio per la tua relazione.
Decidi di iniziare ora, sapendo che anche un percorso di mille chilometri inizia sempre con il primo passo.
Ti auguro una splendida giornata!
A presto
Francesco
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Come sempre Francesco coglie nel segno. Conosce i meccanismi della psiche facendone esperienza e con sensibilità accorta
ne rivela i risvolti per trasformare e affinare modalità più efficaci e costruttive. Grazie!
Ciao Isabella,
Grazie a te.
Mi piacerebbe approfondire l’argomento in nuovi articoli.
Che ne dite?
Quali punti vi piacerebbe che trattassi?
Se avete suggerimenti, sono a vostra disposizione.
Un abbraccio,
Francesco