Come si costruisce una casa?
Dalle fondamenta.
Come si crea una relazione sana con l’altro sesso?
Partendo dalle basi.
Quando si va all’essenza delle cose, tante complicazioni si dissolvono e rimane solo ciò che è fondamentale.
In questo caso, tre semplici principi che sono alla base di qualunque comunicazione, soprattutto tra donna e uomo.
Quali sono?
- Qualunque cosa tu faccia, o non faccia, stai comunicando.
Anche se stai zitto a braccia conserte? Sì. Anche se alla domanda di lui: “Cara, c’è qualcosa che non va?”, tu rispondi: “Niente?”. Certo che sì.
In tutti questi casi stai comunicando qualcosa: chiusura, giudizio negativo, inquietudine, disagio, dubbi e tanti altri stati d’animo (spesso negativi).
L’apparente non comunicazione a volte è un silenzio assordante nella mente dell’altra persona, una nube che annuncia una tempesta che si scatenerà, non si sa come, quando e perché, ma che non resterà senza conseguenze per la coppia.
La persona che utilizza questo genere di comunicazione pretende in realtà che l’altro diventi telepatico e che comprenda al volo le sue esigenze, inquietudini e timori e che si attivi per dissolverli.
Siccome di solito questo non accade… iniziano incomprensioni e problemi.
Allora, giacché comunichiamo comunque, perché non farlo in modo più chiaro e diretto?
Fino a quando non saremo tutti consapevolmente telepatici, inizia a dire chiaramente i tuoi stati d’animo alla persona con cui stai.
Quando sorge una frattura, non mettere il muso, proiettando su di lei (o lui) la colpa di quanto accaduto e la responsabilità di capire cosa c’è che non va e portarvi rimedio.
Accetta la responsabilità di aver percepito per primo o prima che qualcosa non va. Chi lo sente per primo, ha il compito di capire qual è il punto cruciale e comunicarlo al partner.
In questo modo, partirai col piede giusto per chiarire la zona d’ombra che si sta formando tra voi prima che esploda in un temporale.
- La responsabilità primaria della trasmissione del messaggio sta in chi parla e non in chi ascolta.
Mia moglie non mi capisce! Mio marito non mi ascolta quando parlo!
Hai mai sentito frasi di questo tipo?
Quando comprenderemo questo principio, smetteremo di pronunciarle.
Smetteremo di proiettare la colpa della mancata comunicazione sul partner e inizieremo a assumercene la responsabilità.
Intendiamoci subito: questo principio dice che la responsabilità primaria della comunicazione è di chi parla, non l’unica responsabilità.
Anche chi ascolta il messaggio è responsabile, ma in maniera inferiore.
I grandi oratori ne sono sempre stati consapevoli.
Le prime domande che si ponevano, prima di pronunciare un discorso, erano:
Chi sono le persone davanti a me? Quali sono i loro interessi e i campi di cui si occupano?
Sono appassionate di moda, cucina, sport o spettacolo?
E riflettevano: sono loro che devono capire il messaggio che porto, affinché possano comprendere il mio punto di vista (politico, scientifico, di prodotto) e, forse, modificare il loro atteggiamento e il loro comportamento nei miei confronti. Hanno bisogno di ascoltare un linguaggio e degli esempi appartenenti al loro mondo, non al mio.
Modellavano quindi il loro discorso sulla vita pratica e quotidiana dei loro ascoltatori, non sulla propria.
Ottenevano quindi risultati cento volte superiori rispetto ai loro colleghi, avvocati o venditori, che parlavano a giurati e casalinghe come se stessero tenendo una lezione all’università di Harvard.
Lo stesso puoi farlo tu quando vuoi essere ascoltata da tuo marito.
Inizia a porti qualche domanda: forse lui ascolta poco perché parlo troppo e non sono abbastanza diretta e concisa, come lui è abituato nel mondo del lavoro?
Faccio sempre esempi che riguardano il mondo della cucina, degli stati d’animo, delle emozioni, quando lui è tutto concretezza, sport, lavoro?
E tu, uomo che non viene capito dalla moglie?
Le parli mai di come ti senti? Di quali emozioni, sentimenti, stati d’animo vivi nel corso delle tue giornate, o racconti solo di cose e avvenimenti concreti?
Sei mai stato ad ascoltarla, per comprendere quali sono i suoi argomenti preferiti, i suoi interessi, le sue passioni? Hai provato a capirla tu, per primo, invece di lamentarti?
Poi, immagina…
Immagina di raccontare i tuoi punti di vista al tuo partner usando il suo vocabolario, adoperando esempi tratti dalla sua vita, dai suoi interessi, non dai tuoi.
Vedrai che la tua relazione inizierà a trasformarsi.
I mondi di chi parla e di chi ascolta cominceranno ad avvicinarsi, poi a confondersi e, infine, a unificarsi.
Non esisterà più una persona che parla e una che ascolta, ma un dialogo fluido e ruoli intercambiabili, secondo le circostanze.
- La mappa non è il territorio.
Questo principio sarà molto chiaro a chiunque abbia provato girare l’Italia con l’aiuto di una cartina stradale, magari caricata nel suo navigatore satellitare.
La cartina stradale rappresenta, in piccolo, in due dimensioni, e in modo molto approssimativo, il territorio dell’Italia… ma non è l’Italia.
Nel seguire le indicazioni del tuo satellitare, ti troverai davanti lavori in corso, deviazioni, zone ZTL non previste (con relativi pericoli di contravvenzioni), forse incidenti stradali e blocchi del traffico. Magari, a volte, il tuo satellitare ti porterà a campi, convinto che quelle stradine di campagna in cui ti ha guidato rappresentino il percorso più breve e veloce per raggiungere la destinazione (ma, maledizione, non è così!).
Questo significa che i satellitari sono inutili?
Certo che no. Io stesso ne seguo spesso uno nei miei viaggi in giro per l’Italia.
Significa che tutte le mappe sono imprecise e incomplete: vanno seguite con discernimento e corrette pazientemente, quando ci rendiamo conto che contengono delle inesattezze.
Anche i manuali sui rapporti tra uomini e donne sono solo cartine imperfette del territorio delle relazioni tra maschi e femmine.
Contengono delle verità statistiche, non assolute: basate sulla media delle caratteristiche tipicamente maschili e generalmente femminili.
Oggi, per di più, sono meno attendibili di un tempo.
Perché?
In quest’epoca stiamo vivendo un riequilibrio del principio maschile e di quello femminile dentro di noi; quindi, intorno a noi, vedremo più spesso uomini con caratteristiche (anche) femminili, e donne con sensibilità (anche) maschili.
Questo significa che questi manuali siano inutili?
No di certo (come potrei asserire il contrario? Ne ho scritto uno anch’io: Il matrimonio interiore).
Vuol dire che vanno presi per degli strumenti incompleti: utili per comprendere meglio noi stessi e il nostro partner, ma non infallibili.
Tu e la persona con cui vivi non siete una statistica: siete due individui, con particolarità uniche e irripetibili.
Usa le conoscenze psicologiche dei manuali ma, nello stesso tempo, diventa un correttore di mappe psicologiche.
Usa la tua mappa per conoscere meglio il tuo territorio psicologico (te stessa e il tuo partner). Ma, quando vedi che le indicazioni della tua cartina si discostano dal territorio, segui ciò che vedi davanti a te, non la mappa teorica.
Se segui troppo rigidamente una mappa, le multe arriveranno sotto forma di incomprensioni e litigi.
Se sarai flessibile e userai il discernimento per esplorare il mondo interiore, tuo e del tuo partner, porterai gioia e luce nella tua relazione.
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Potrai inoltre trovare molte altre conoscenze applicabili al tuo rapporto con l’altro sesso nell’ebook: Il matrimonio interiore.
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L’immagine dell’articolo è di Elena Corsi.
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Ciao Francesco! Grazie per questi messaggi molto chiarificatori! Oggi in particolare sulla comunicazione ho trovato quei punti molto precisi e diretti, alla fine semplici ma che non ci rendiamo conto quanto siano fondamentali…! Un grosso abbraccio riconoscente! Grazie!
Grazie a te, Maria Lucia.
Sono contento che quello che ho scritto ti sia stato utile.
Mi piacerebbe scrivere altri articoli sulla comunicazione costruttiva tra donna e uomo.
Con comunicazione costruttiva intendo quella comunicazione che porta alla costruzione di un rapporto armonioso con il minor sforzo possibile.
A presto
Un abbraccio
Francesco